La festa di Maria in cielo, sancita dogmaticamente il 1° novembre 1950 da Pio XII, è molto cara ai milanesi; da sempre, ben prima di quella data.
Le testimonianze più belle? Sono tante, sparse un po’ dovunque nella città. Ma almeno due ci interessano oggi e sono quelle collocate una dopo l’altra nelle chiese della zona di Porta Vigentina, porta succursale di quella più nota, la Romana. Il Vigentino un tempo era un comune autonomo e rimase tale fino al 1923; il suo nome deriva dal latino “viginti” che significa “venti” e ricorda la distanza fra il piccolo borgo e la città di Pavia. Il quartiere ha il suo cuore attorno alla chiesa dell’Assunta, ricca di opere notevoli del ‘600. Ma se lasciamo il quartiere per dirigerci verso il centro di Milano, incontriamo un’altra chiesa mariana proprio in corso di Porta Vigentina: il nome è bellissimo “S. Maria al Paradiso”!
Nel soffitto, a metà della navata centrale, un bell’affresco seicentesco rappresenta Maria Assunta.
L’area dei Santi Profeti, la nostra, ha un legame speciale con questa chiesa: in essa si conserva la preziosa pietra custodita nella nostra basilica di san Dionigi fino alla sua demolizione. È il ricordo della predicazione di san Barnaba che secondo un’antica tradizione, portò il vangelo a Milano e piantò il simbolo della croce in quella pietra.
Proviamo a chiederci: perché Milano a cominciare dalla guglia più alta del Duomo dedica tanto onore a Maria? Verrebbe da rispondere: la città industre e iperattiva, avverte un forte bisogno di cielo senza del quale non si trova casa e pace. Possiamo vederlo così il Ferragosto di quest’anno?
LETTURE
15.08.2018. Assunzione della Beata Vergine Maria: Ap 11,19-12,6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-55
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Ap 11,19-12,6a.10ab
Si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l’arca dell’alleanza. Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo”.
Salmo 44( 45)
R.: Risplende la regina, Signore, alla tua destra.
Liete parole mi sgorgano dal cuore:
io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce.
Il tuo trono, o Dio, dura per sempre. R
Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
è condotta al re in broccati preziosi. R
Alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir:
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
al re è piaciuta la tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. R
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 15,20-26
Fratelli, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Lettura del Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”. Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.